(Agenzia VISTA) Bruxelles, 14 novembre 2016 - Non sarà l'Europa a "chiudere la porta" al negoziato di ingresso della Turchia nell'Unione europea, anche se il dialogo si è fatto più difficile dopo i recenti arresti decisi dal governo di Ankara. "Ovviamente ripetiamo la preoccupazione per l'evoluzione più recente, l'arresto dei leader del secondo partito di opposizione e terzo del Parlamento - ha detto Gentiloni - ma questo non significa che da parte nostra si chiuda la porta in faccia" ad Ankara. "Sarà la Turchia, che conosce le regole del percorso di dialogo con l'Ue, a valutare". Da parte sua, l'Italia ha sempre dimostrato "apertura sul percorso europeo della Turchia, ma vediamo le difficoltà che si accavallano nelle ultime settimane". Sull'ipotesi di un referendum rilanciata oggi dal presidente Erdogan, Gentiloni ha commentato che "di solito si fanno i referendum per uscire, è curioso. C'è un rapporto che va avanti, e anni fa l'Italia si lamentava perchè veniva frenato da una parte dell'Unione. Oggi la situazione è più difficile, ma c'è l'accordo di marzo sui migranti che tutto sommato, anche se può essere migliorato, tiene nel Mare Egeo". L'Unione europea "ha preso alcuni impegni collegati all'evoluzione della situazione politica turca - ha ricordato ancora Gentiloni - il meccanismo europeo di concessione dei visti è collegato a una serie numerosa di condizioni, ma quando si sentono discorsi sula reintroduzione della pena di morte e si vedono operazioni come l'arresto dei leader dell'opposizione parlamentare, ci si domanda se in queste condizioni potranno essere rispettate o meno". In ogni caso, ha ribadito, "a chiudere la porta non saremo noi".