(Agenzia VISTA) Roma, 05 aprile 2016 - Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferisce al Senato sul caso Giulio Regeni: "Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo", ha detto. E' questa la posizione del governo italiano sulla morte del ricercatore italiano sequestrato al Cairo il 25 gennaio e ritrovato morto il 3 febbraio. Il ministro ha parlato alla vigilia dell'arrivo in Italia della delegazione di investigatori egiziani che dovrebbe consegnare agli inquirenti italiani un dossier contenente tutta l'attività investigativa svolta sin qui. Una documentazione che il governo, secondo quanto dichiarato da Gentiloni al Senato, ha chiesto fin dal primo momento: "La documentazione fin qui ricevuta è incompleta", ha spiegato.
Adesso, si attende il nuovo dossier egiziano, che "potrebbe essere decisivo" per lo sviluppo delle indagini sul caso Regeni. Se così non fosse, ha aggiunto Gentiloni, l'Italia è pronta ad adottare "misure immediate e proporzionate" contro l'Egitto. "Oggi in Parlamento - ha aggiunto - voglio dire perché non ci siano dubbi che se un cambio di marcia non ci sarà il governo è pronto a reagire adottando misure tempestive e proporzionate di cui il Parlamento sarà informato. La ragione di Stato in un caso come questo ci impone di difendere fino in fondo e di fronte a chiunque la memoria di Giulio Regeni, sul cui volto la madre ha detto di aver visto tutto il male del mondo. E' per la ragione di Stato che non ci rassegneremo all'oblio di questa vicenda e non permetteremo che sia calpestata la dignità del nostro Paese".
L'arrivo in Italia della delegazione egiziana mercoledì 6 aprile è stata confermata dalla Procura generale del Cairo. / Senato