(Agenzia VISTA) Roma, 30 gennaio 2016
"Diciamo con grande determinazione che chi vuole distruggere Schengen vuole distruggere l'Europa e noi italiani non glielo permetteremo".
Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Ventotene. "Siamo qui per dire che l'Europa non può essere solo un grigio dibattito tecnico sui vincoli ma deve tornare
a essere un grande sogno". "Arriva un momento in cui quando sei in difficoltà e c'è qualcosa che non funziona o ti sembra andare storto,
senti il bisogno di tornare in un luogo protetto. Trovare rifugio a casa è proprio di chi vive momenti di difficoltà. In un momento di grande difficoltà
per l'Europa abbiamo scelto di tornare a casa, nel luogo in cui tutto è iniziato. Perché spesso anche gli italiani non sono molto
orgogliosi di ciò che è avvenuto qui, nel luogo dell'identità europea", ha detto Renzi
Proseguono le polemiche all’interno dell’Unione europea sulla gestione della crisi dei rifugiati. Diversi paesi Ue,infatti, stanno pensando di sospendere gli accordi di Schengen alle frontiere, per frenare gli arrivi di profughi e migranti dalla Siria e dalle altre aree di crisi. In diversi stati dell'Unione europea, inoltre, avanzano i movimenti populisti e xenofobi, che chiedono uno stop immediato alle politiche di accoglienza. Una situazione che preoccupa Bruxelles e che rischia di incancrenirsi con l'aumento delle tensioni in Africa e in Medio Oriente per via degli attacchi terroristici di Isis e altre organizzazioni.
Altro punto critico riguarda il piano di ricollocamenti: ogni Paese Ue dovrebbe ospitare una quota di rifugiati calcolata secondo alcuni parametri. L’accordo era stato trovato al Consiglio Ue ma poi col tempo il piano non è stato mai attuato, se non in rari casi. L’Italia è polemica su questo, ma a sua volta Bruxelles contesta a Roma di fare poco per creare gli hotspot, ossia i nuovi centri per l’identificazione e l’accoglienza dei migranti.
A creare altro caos in Ue, è il tema dei rapporti con la Turchia, paese che ospita un altissimo numero di rifugiati siriani: molti di loro sono già partiti alla volta della Grecia e tantissimi altri sono pronti a seguirli. L’Ue chiede ad Ankara uno sforzo comune per la gestione dei migranti, ma la Turchia chiede 3 miliardi per farlo. E Renzi non sembra essere d’accordo.