(Agenzia VISTA) Roma, 04 gennaio 2016
"Cane, ti dirò cane, o dovrò chiamarti Dio? Perchè se ti chiamo cane ti potrei offendere, se ti chiamo Dio, offendo Dio". Inizia così il video con cui Vittorio Sgarbi, rivolgendosi a un cane, risponde alle critiche rivoltegli dall'Aidaa, "Associazione italiana difesa animali e ambiente", che che si sono concretizzate in un esposto.
“L'Aidaa ha presentato un esposto alla Procura di Ferrara contro il critico d'arte che usa come epiteto il nome dell'erbivoro contro i suoi detrattori", spiega il critico d'arte nel video, pubblicato sul suo profilo Facebook. Pochi giorni fa, infatti, Lorenzo Croce, presidente Aidaa, aveva dichiarato di aver chiesto ai magistrati "di verificare se l'uso spregiativo del termine 'capra', che lo stesso critico d'arte usa a sproposito, non sia un incitamento al maltrattamento di animali, ai sensi dell'articolo 544-ter del codice penale, oltre che un uso scorretto della lingua italiana". Il motivo? Le capre sono tra gli animali più intelligenti. L'associazione invitava quindi il critico non solo a smettere di usare impropriamente il termine, ma anche a vivere tre giorni con i pastori, pascolando le capre, per imparare quanto questi animali siano intelligenti. Sgarbi aveva già risposto con un comunicato "Ringrazio l'Aidaa, condividendo pienamente le loro posizioni. Infatti, avendo evitato di legare al sostantivo capra qualunque aggettivo, ho sempre inteso 'capra' come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini. Suggerisco comunque all'Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel 'buon pastore', ha riconosciuto negli uomini le sue pecore".