(Agenzia VISTA) Roma 8 Agosto 2015 - Su disposizione della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Cassino, la Guardia Costiera ha dato
esecuzione a Ordinanze di misure cautelari personali e reali nonché a
provvedimenti di perquisizione e di sequestro presso abitazioni, sedi di
società e pubblici uffici. I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre
che dalla Guardia Costiera di Gaeta, dalla Guardia Costiera di
Civitavecchia e Pozzallo. Le complesse attività info-investigative
svolte dalla Guardia Costiera di Gaeta, avviate nel novembre 2013 a
seguito di irregolarità nella movimentazione, gestione e stoccaggio nel
porto di Gaeta di “rottami ferrosi” provenienti dal basso Lazio e dalla
Campania, sono state svolte anche a seguito di una serie di
esposti/denunce di privati cittadini e di associazioni di settore che,
seppur relativi a situazioni differenti tra loro, denunciavano diverse
irregolarità nella gestione del pubblico demanio marittimo portuale di
Gaeta. In particolare, proprio in relazione ai “rottami ferrosi”
stoccati in porto, da approfondite analisi dei materiali e controlli
esperiti presso le aziende conferitrici, venivano rinvenuti nel cumulo
di circa 4.500 tonnellate di materiale depositato presso la banchina
“Cicconardi” del porto di Gaeta, corpi estranei che portavano a dubitare
della corrispondenza del prodotto dichiarato rispetto a quanto
effettivamente conferito in ambito portuale.
Condizione che, alla fine dello stesso mese, portava l’Autorità Giudiziaria a
disporre il sequestro preventivo dei compendi e della superficie di
2.500 mq. ove gli stessi erano depositati in maniera incontrollata, in
aree prossime al ciglio banchina. I prodotti ferrosi “contaminati”
venivano successivamente “riprocessati”, sotto la vigilanza della
Guardia Costiera di Gaeta, al fine di rimuovere tutti i corpi estranei
presenti nel cumulo che, conferiti presso centri specializzati
autorizzati allo smaltimento, venivano quantificati in oltre 9 (nove)
tonnellate di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi.
Tali elementi confermavano ulteriormente le già ipotizzate fattispecie
criminose di “gestione non autorizzata di rifiuti”, “falso ideologico”,
“traffico illecito di rifiuti”, “violazione dell'autorizzazione allo
scarico acque di prima pioggia”, “danneggiamento”, “getto pericoloso di
cose” e “deturpamento di bellezze naturali” a carico dei gestori delle
aree e dei materiali. Guardia Costiera.