(Agenzia Vista) Roma, 20 ottobre 2020
INFOGRAFICA Prosegue il progetto “Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020”
Università: aumentano gli iscritti, ma non abbastanza per colmare il gap con l’Europa
Italia penultima in Europa per numero di giovani con un titolo di studio terziario. Ma l’istruzione deve tornare a essere la molla della mobilità sociale. Il capitale umano come possibile ambito di azione per un’uscita resiliente dall’attuale fase emergenziale. Continua, con il terzo rapporto Agi-Censis dedicato al mondo dell’università, lo studio della reazione del nostro Paese davanti alla pandemia. Sebbene gli immatricolati abbiano ripreso a crescere, resta molto da fare per colmare il gap che ci separa dai grandi Paesi europei. Nell’anno accademico 2019-2020 si è confermato l’incremento degli immatricolati alle università italiane: +3,2% rispetto all’anno precedente. Partiamo però da una posizione di svantaggio: l’Italia è penultima in Europa per numero di giovani con un titolo di studio terziario. Servirebbero 7mila immatricolati in più ogni anno per essere in linea con la media europea. Il Global Social Mobility Index 2020 colloca l’Italia al 34° posto di una graduatoria internazionale calcolata su 82 Paesi, dopo Israele e prima dell’Urugay, ma lontana da Danimarca, Norvegia e Svezia, che occupano le prime tre posizioni. Gli ultimi dati indicano che gli italiani di 30-44 anni laureati e con genitori non in possesso di un titolo di studio corrispondente sono solo il 13,9%, a fronte di una media Ocse del 32,3%. Nel 2018 in Italia è stato speso per l’istruzione terziaria lo 0,3% del Pil, meno che in tutti gli altri 27 Stati membri dell’Ue.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev