(Agenzia Vista) Roma, 25 giugno 2019
De Bonis (Misto): "Non vogliamo che l'acqua diventi bene di singoli soci spa ma resti bene pubblico"
L'articolo 24, rubricato "Sblocca investimenti idrici nel sud", del decreto-legge n. 34 del 2019 (cosiddetto decreto crescita), attualmente all'esame della Camera dei deputati (AC 1807), reca una serie di modiche all'articolo 21, comma 11, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, volte a completare il processo di liquidazione dell'EIPLI (Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) e accelerare la costituzione di una società per azioni, che dovrà assumerne le funzioni.
Tale processo di privatizzazione delle fonti d’acqua del Centro Sud è il più grande mai effettuato in Europa. Iniziato nel 2011 con il decreto Monti (che avviava la liquidazione dell'EIPLI qualificandolo come ente inutile) e poi proseguito con il Governo Gentiloni (che nel 2018 ne disponeva la privatizzazione), oggi pare arrivato a conclusione con il Governo Conte che, attraverso il citato decreto crescita, dispone la liquidazione dell'EIPLI ed affida le fonti d'acqua ad una società per azioni.
È necessario, invece, investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica, applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica, garantendo la qualità dell'acqua, le esigenze e la salute di ogni cittadino, anche attraverso la costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione pubblica dell'acqua.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev