(Agenzia Vista) Roma, 22 giugno 2022
Reddito cittadinanza, Orlando: "A studio soglia cumulabilità retribuzione lavoro"
"Con riferimento al problema specifico della concorrenza tra reddito da lavoro e fruizione del reddito di cittadinanza, rilevo che - stando alle ultime stime dell’INPS sul precariato - l’erogazione del RdC non sembrerebbe aver prodotto effetti sull’andamento del lavoro stagionale. A fronte di circa 661 mila assunzione nel 2018, si è passati a 788 mila assunzioni nel 2019. Solo nel 2020 si è registrato un calo nelle assunzioni stagionali che si sono ridotte a 656 mila, riduzione che si imputa principalmente all’effetto del lockdown. Infatti, nel 2021 sono state pari ad oltre 920 mila. Secondo le stime di Unioncamere e le indagini di Excelsior, il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro evidenziato dagli interroganti avrebbe carattere più generale. Come già sottolineato nella risposta all’onorevole Zangrillo, gli ingressi nel mondo del lavoro previsti a maggio 2022 risultano essere oltre 440 mila, di cui solo 83 mila riferibili a personale non qualificato, che è la componente che può incrociarsi con i dati del personale avviabile al lavoro fruitore del reddito di cittadinanza. Da questa indagine emerge che la difficoltà di reperimento riguarda 25 mila posizioni. Ciò dimostra come la possibilità di coprire i posti di lavoro vacanti con i percettori del RdC riguarda una percentuale molto limitata della richiesta, in considerazione del bagaglio di competenze possedute. Sebbene occorra intervenire concretamente per rispondere all’esigenza rilevata dai datori di lavoro dei settori con maggiore fabbisogno di lavoro stagionale, non ritengo percorribile la proposta di impiegare i percettori del RdC secondo il meccanismo dei PUC, anche per attività in favore delle imprese del settore agricolo e turistico, ovvero la richiesta di sospensione dell’erogazione del RdC fino alla totale copertura dei posti di lavoro vacanti. In primo luogo, le attività previste nell’ambito dei PUC non sono assimilabili ad attività di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomo e l’utilizzo dei beneficiari di RdC, nelle attività previste dai progetti, non determina l’instaurazione di un rapporto di lavoro. La disponibilità a partecipare ad attività utili alla collettività rappresenta infatti una importante forma di restituzione alla collettività, che finanzia il reddito, di quanto ricevuto tramite il beneficio. Al contrario, vincolare i beneficiari allo svolgimento di attività non retribuita presso aziende private che perseguono i propri interessi economici, certamente legittimi, non sarebbe in nessun modo compatibile con il principio del carattere sinallagmatico del rapporto di lavoro. Per cercare di conciliare le esigenze dei percettori del reddito, finalizzate a non perdere il beneficio, e quelle dei datori di lavoro, stiamo invece valutando come già accennato nella precedente risposta - un intervento volto ad incentivare maggiormente l’avvio di un’attività lavorativa in corso di fruizione del beneficio, consentendo per l’anno in corso una maggiore cumulabilità dei relativi compensi, attraverso una franchigia ai redditi da lavoro che concorrono alla riduzione del beneficio spettante. Questo intervento avrebbe l’effetto di favorire la partecipazione dei beneficiari del RdC anche ad attività lavorative stagionali o di carattere temporaneo. Occorre inoltre continuare a intervenire a sostegno di un più efficace incrocio tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso l’integrazione delle agenzie di lavoro private e tramite un più congruo e performante scambio di comunicazioni tra i sistemi informativi esistenti. Questo sicuramente potrà assicurare una più piena conoscibilità dei reali percorsi lavorativi dei percettori di reddito, anche ai fini dell’attivazione del meccanismo del décalage e della revoca". Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, durante il question time alla Camera.
Durata 04_21
Camera
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev